La sapienza segreta delle api . What the bees knows. Reflections on Myth, Symbol and Story.

Quando Pamela Lyndon Travers tornò dalla proiezione hollywoodiana della trasposizione del suo libro “Mary Poppins” pare fosse furibonda. Walt Disney non gli era mai andato a genio, in più dopo 20 anni di trattative per la cessione dei diritti, lei si era ritrovata ad averli ceduti senza sapere come.

  Riunire alla stessa tavola cinematografica questa studiosa della filosofia buddista zen, allieva di Gurdjeff, appassionata di astrologia, amante delle tradizioni nella versione originale, e il patinato Walt che per mestiere dava una mano di vernice brillante o romantica a ogni cosa, era impossibile. Se anche fossero riusciti a siglare un accordo, vi si sarebbero addensate presto le nubi delle differenze di modi e di carattere. Mentre Walt e soci chiamavano tutti per nome, usanza del resto molto americana, Pamela lo faceva solo con chi conosceva molto bene. Non erano solo diverse le persone, ma i mondi da cui venivano e quelli dove si dirigevano. Mondi che confliggevano e che oggi più che mai sono arrivati al punto in cui uno esclude l’altro, non tanto per retaggi culturali, quanto per il loro rapporto con la sincerità. O dici il vero o non lo dici. Quindi o dici il vero o dici il falso.

   La loro differenza sostanziale infatti è che mentre quello di Pamela Travers era ciò che sembrava, oscillante tra il poetico e il rustico, popolato di fate, storie magiche e whiskey, di mondi che si rivelano a uomini che san cercarli, dove un filo unisce tutti coloro che così han sempre fatto, eroi, poeti o bardi, l’altro era doppio e si sarebbe svelato solo in tempi molto recenti. Ma non si può scrivere tanto bene di cose dell’altro mondo senza farne in un certo modo parte, e quindi la strega Pamela, durante quella prima proiezione, vide tutto quello che il mondo distratto non aveva ancora capito.

  Nel suo piccolo capolavoro “La Sapienza segreta delle Api” il lato terribile della vita e quello sublime coesistono. La cosa impedisce di cadere nella sdolcinatezza dello zucchero che indora la pillola alla Walt Disney. Secondo la Travers non si deve nascondere o indorare niente, ma affrontare le sfide e i mostri come in una epica battaglia personale, se le pillole sono amare è perché sono fatte di erbe medicinali e si devono sentire, altrimenti, se hanno un qualche sapore innaturale, allora meglio risputarle nell’occhio di chi te le ha propinate, o cercava di farlo, aggiungo io.

  Il fatto di ‘indorare la pillola’ detto e cantato a generazioni di bambini è qualcosa di demoniaco. Li abitua a non fare attenzione a quello che sentono, ai sapori cattivi che avvisano di un veleno, al male che c’è in qualcosa o peggio in qualcuno. Al male in un cibo, una sostanza, o in un gesto, un’attenzione, e il messaggio subliminale di quella perversa canzoncina è: “anche se è cattivo, buttalo giù, poi passerà, ti daremo qualcosa per sentire meno male”. Quando invece al segnale del male dovresti scappare a gambe levate o far scappare lui, a seconda dei casi. In ogni caso non mangiarlo ignaro di quel che fai.

  Il testo della canzone lo si deve a uno sceneggiatore della Walt Disney la cui figlioletta era stata vaccinata per il vaiolo con lo zuccherino e ne era rimasta affascinata, data l’assenza dell’ago. Nessuno all’epoca faceva ragionamenti sui vaccini né tantomeno sullo zucchero bianco. Né Walt li faceva sui suoi sceneggiatori. Credo fosse questo che Pamela avesse visto a mano a mano che il film proseguiva, ma ormai non poteva fare più niente, perché i diritti cinematografici non erano più suoi. Nonostante la trappola commerciale in cui era caduta restava sempre una donna dall’intelligenza straordinariamente acuta e dalla sensibilità oltre la media. Non aveva bisogno che qualcuno le raccontasse la verità per saperla, era in grado di annusarla da sola. Lei si sarebbe curata con un bicchiere di brandy, in fondo non era della stessa epoca e parlava un linguaggio diverso che il film aveva tradotto in qualcos’altro.  

  In questo piccolo libro le api risplendono come simbolo di una sapienza dalle mille connessioni che Pamela Travers esplora con tono discorsivo affascinante, riannodando episodi dell’infanzia e mostrando ricordi cari di chi ha amato e le ha preparato la strada. Difficile descrivere il contenuto di queste intense 227 pagine formato tascabile. Per chi lo conosce, per rimandi e intrecci fanno pensare a quelle di Élemire Zolla, con un tocco di passione in più e con porte che si aprono su momenti personali, sull’infanzia in Australia e sulla ritrovata Irlanda, due luoghi immensi di cui ci dà qualche prezioso assaggio. Ma come Zolla, Pamela si immerge nel mondo delle tradizioni e dei simboli come fosse l’acqua di un solo mare e ne riemerge ad ogni capitolo portandoci a riva conchiglie luccicanti di verità a cui non avevamo pensato, riempiendci di stupore e felicità. La felicità di avere seduta accanto un’amica straordinaria che continua a raccontarci quello che ha pescato dal suo profondo mare, e non vorremmo finisse mai.

In questo il libro è esattamente come dice Paul Sweety: “Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico”. Forse per questo le sue pagine le ho girate lentamente, e a un certo punto, un po’ prima della fine, mi sono fermata, per tenere a tempo indeterminato con me l’autrice. Per tenere con me il suo coraggio, innanzitutto. Per continuare ad avere la sensazione di stare da qualche parte, nel suo salotto, in quello di amici, in pub, seduta accanto a lei a bere un tè e a parlare di cose fantastiche.

   Oggi l’impero Disney promuove apertamente il travestitismo tra i bambini, fa video dove ‘per sbaglio’ i bambini che fanno coreografie natalizie compongono la parola Satan invece di Santa, senza però avere l’aria di chi fa errori. Si potrebbe pensare che nel tempo questo impero si sia degradato per infiltrazioni o colpa di manager depravati o corrotti. Ma essendo la Disney un pilastro del sistema americano questo è difficile da credere. Dato che è tutto il sistema in cui è inserita a essere degradato è più facile pensare alla Disney come al tassello messo nel mondo fantastico perché non vada troppo lontano e non faccia il suo lavoro: portare lontano chi ci entra, ma lontano davvero e non entro i confini segnati da sceneggiatori che seguono copioni governativi. 

   Si dice sia dannoso guardare i tg per le continue notizie negative inneggianti alla paura, e anche tutto il campionario di inutili film ripetitivamente sanguinari, che consumano litri su litri di estratto di pomodoro che potrebbe usato in modi più gustosi sulle fettuccine, non fosse per il glutine. Ora la lista va aggiornata ai doppi sensi o al senso palese di alcuni cartoni, balletti, show, inaugurazioni, esternazioni tv fatte da vip che candidamente confessano o hanno confessato in privato o in interviste poco pubblicizzate di avere venduto l’anima al diavolo proprio per ottenere quel successo che ora ripagano al padrone vestendo, cantando come si deve e portando  nuovi adepti (vedi due confessioni per tutte: Bob Dylan e Angelina Jolie).

   Quindi ora scopriamo che ben poco si salva del fiume di celluloide che il piccolo schermo vomita, e in questo caso il verbo è giusto. Non solo per un fatto di contenuti palesi e riconoscibili come violenza e paura, ma soprattutto per quelli occulti, dato che un numero imprecisato di attori e divi di Hollywood è sul libro paga di chi vorrebbe inculcare a chi guarda tutta una serie di comportamenti e sentimenti sempre meno umani: l’abitudine al disastro, alla guerra, alla violenza, a uccidere, l’adorazione di nuovi dei, tutti umani o creati da loro. Pesudo scienza, denaro, lusso, nuova ecologia, transumanesimo. Per governare l’umanità disorientata i libri di gente burbera, resistente e autenticamente colta non sono indicati, sono letture pericolose. Ma comunque, in ogni caso, un nuovo mondo verrà, libero da queste contraffazioni. I contraffattori dovranno andare altrove. Perché sarà un mondo più in sintonia con le api di Pamela che con il suo antagonista, loro non potranno farci niente e soprattutto non potranno starci.

O meglio la Terra non sarà più il posto giusto per loro, come diceva Borges, “ credo che col tempo meriteremo che non esistano governi “, cosa che implica un nuovo tipo di esisitenza e padronanza di sè. Sembra di parlare di cose lontanissime ma per il punto a cui siamo arrivati è invece qualcosa di non differibile.

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When Pamela Lyndon Travers returned from the Hollywood screening of the adaptation of her book "Mary Poppins" she was apparently furious. Walt Disney had never liked him, in more than 20 years of negotiations for the transfer of rights, she had found herself having sold them without knowing how.

Bringing together at the same cinematic table this scholar of Zen Buddhist philosophy, Gurdjeff's student, astrology enthusiast, lover of traditions in the original version and the glossy Walt who by profession gave a coat of bright or romantic paint to everything, was impossible. Even if they had succeeded in signing an agreement, the clouds of differences in manners and character would soon have gathered. While Walt and his associates called everyone by name, a very American custom, Pamela only did it with those she knew very well. Not only were the people different, but the world they came from and where they were heading. Worlds that used to conflict and that today more than ever have reached the point where one excludes the other, not so much for cultural heritage, but for their relationship with sincerity. Either you tell the truth or you don't. So either you tell the truth or you tell the lie.

In fact, their substantial difference is that while Pamela Travers's was what it seemed, oscillating between the poetic and the rustic, populated by fairies, magical stories and whiskey, of worlds that reveal themselves to men who know how to look for them, where a thread unites all those who have always done so, heroes, poets or bards, the other was double and would only be revealed in very recent times. But you can't write so well about things from the other world withoutm making part of them in certain way, and therefore the “witch” Pamela, during that first screening, saw everything that the distracted world had not yet understood.

In her little masterpiece "The Secret Wisdom of Bees" the terrible side of life and the sublime coexist. This prevents you from falling into the mawkishness of the sugar that gilds the pill at Walt Disney. According to Travers, one must not hide or gild anything, but face the challenges and monsters as in an epic personal battle, if the pills are bitter it is because they are made of medicinal herbs and they must be felt, otherwise, if they have any unnatural taste, then it's better to spit them out in the eye of whoever served them up to you, or was trying to do so, I might add.    

The fact of ' sugaring the pill ' said and sung to generations of children is something demonic. They get used to not paying attention to what they smell, to the bad flavors that warn of a poison, to the evil that exists in something or worse in someone. To the evil in a food, a substance, or in a gesture, an attention, and the subliminal message of that perverse little song is: "even if it's bad, throw it down, then it will pass, we'll give you something to make you less sick". When, on the other hand, at the signal of evil you should run away or make him escape, as the case may be. In any case, don't eat it unaware of what you are doing. The lyrics of the song are due to a Walt Disney screenwriter whose little daughter had been vaccinated for smallpox with sugar and was fascinated by it, given the absence of the needle. At the time, no one reasoned about vaccines, let alone white sugar. Nor did Walt do them on his writers. I think that was what Pamela saw as the film progressed, but by now she could do nothing more, because the film rights no longer belonged to her. Despite the commercial trap she had fallen into, she always remained a woman of extraordinarily acute intelligence and above-average sensitivity. She didn't need someone to tell her the truth to know it, she was able to smell it herself. She would have cured herself with a glass of brandy, after all she was not from the same era and she spoke a different language that the film had translated into something else.

In this little book, bees shine as a symbol of a wisdom of a thousand connections that Pamela Travers explores with a fascinating discursive tone, reuniting childhood episodes and showing dear memories of those who loved and paved the way for her. Difficult to describe the content of these intense 227 pocket-sized pages. For those who know him, the cross-references and plots make one think of those of Élemire Zolla, with an extra touch of passion and with doors that open onto personal moments, onto his childhood in Australia and his rediscovered Ireland, two immense places we gives some valuable insight. But like Zolla, Pamela immerses herself in the world of traditions and symbols as if it were the water of a single sea and re-emerges with each chapter bringing us to shore glittering shells of truth we hadn't thought of, filling us with amazement and happiness. The happiness of having an extraordinary friend sitting next to us who keeps telling us what she has fished out of her deep sea, and we would never want it to end. In this the book is exactly as Paul Sweety says: "You know you've read a good book when you turn the last page and feel like you've lost a friend." Maybe that's why I turned her pages slowly, and at a certain point, a little before the end, I stopped, to keep the author with me indefinitely. To keep her courage with me, first of all. To continue to have the feeling of being somewhere, in her living room, in that of friends, in the pub, sitting next to her drinking tea and talking about fantastic things. Today, the Disney empire openly promotes cross-dressing among children, making videos where children doing Christmas choreographies 'accidentally' spell out the word Satan instead of Santa, without looking like they've made mistakes. One might think that over time this empire has degraded due to infiltration or the fault of depraved or corrupt managers. But Disney being a pillar of the American system this is hard to believe. Since it is the whole system in which it is inserted that is degraded, it is easier to think of Disney as the piece placed in the fantastic world so that it does not go too far and does not do its job: to take those who enter it far away, but really far away and not within the boundaries marked by scriptwriters following government scripts. 

It is said it is harmful to watch the news for the constant negative news praising fear, and also all the sampling of useless films that are repetitively bloody, which consume liters upon liters of tomato extract which could be used in tastier ways on fettuccine, if it weren't for the gluten. Now the list needs to be updated to include double meanings or the obvious meaning of some cartoons, ballets, shows, inaugurations, TV utterances made by VIPs who candidly confess or have confessed in private or in little publicized interviews that they have sold their souls to the devil precisely to obtain that success that they now repay to the master by dressing, singing properly and bringing new followers (see two confessions for all: Bob Dylan and Angelina Jolie). So now we discover that very little is saved from the river of celluloid that the small screen spews out, and in this case the verb is right. Not only for a fact of obvious and recognizable contents such as violence and fear, but above all for hidden ones, given that an unknown number of Hollywood actors and stars are on the payroll of those who would like to instill in the viewer a whole series of behaviors and feelings less and less human: the habit of disaster, war, violence, killing, the worship of new gods, all human or created by them. Pseudo science, money, luxury, new ecology, transhumanism. To govern disoriented humanity, the books of grumpy, resistant and authentically cultured people are not indicated, they are dangerous readings. But still, either way, a new world will come, free from these counterfeits. Counterfeiters will have to go elsewhere. Because it will be a world more in tune with Pamela's bees than with her antagonist, they won't be able to do anything about it and above all they won't be able to stay there. Or rather the Earth will no longer be the right place for them, as Borges said, "I believe that over time we will deserve that there are no governments", which implies a new type of existence and self-mastery. It seems to speak of very distant things but for the point we have reached it is instead something that cannot be deferred.

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